COMPAGNIA UMBERTO ORSINI
MERCOLEDÌ 10 APRILE 2024
Umberto Orsini
Le memorie di Ivan Karamazov

Dal romanzo I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij
drammaturgia Umberto Orsini e Luca Micheletti
con Umberto Orsini
scene Giacomo Andrico, costumi Daniele Gelsi
suono Alessandro Saviozzi, luci Carlo Pediani
regia Luca Micheletti, assistente alla regia Francesco Martucci
Un percorso all’interno dell’ultimo e forse più grande romanzo di Fjodor Dostoevskij, I fratelli Karamazov, che Umberto Orsini affronta per la terza volta nella sua carriera d’attore come una vera e propria linea guida e “cavallo di battaglia”.
Dopo lo sceneggiato tv di Sandro Bolchi del 1969 (seguito da più di venti milioni di persone) e La leggenda del grande inquisitore, questo “nuovo Karamazov” è per Orsini l’occasione di confrontarsi direttamente con la complessità del personaggio più controverso e tormentato dell’intera epopea letteraria: Ivan Karamazov, il libero pensatore che teorizza l’amoralità del mondo e conduce forse consapevolmente all’omicidio l’assassino di suo padre. Protagonista controverso e tormentato, colpevole e innocente insieme, Ivan torna a parlare come un uomo ormai maturo che sente di non aver esaurito il suo compito e che il suo personaggio romanzesco è troppo limitato per esprimere la complessità del suo pensiero…
Così si confessa e cerca di raccontare la sua storia. Compila le sue memorie e tenta di fare luce sui propri sentimenti e sulla propria filosofia, provandosi a svelarne le implicazioni criminali in una sorta di thriller psicologico e morale il cui più alto vertice resta il confronto metaforico tra un Cristo ritornato sulla terra e un vecchio inquisitore che crede che Egli si meriti il rogo.
Nella ricchezza d’un linguaggio penetrante quanto immediato e nell’avvicendarsi degli stati psicologici d’un personaggio “amletico” e imprendibile, Umberto Orsini è il grande protagonista d’un inedito viaggio nell’umana coscienza che non teme di affrontare tabù antichi e moderni (la morte del padre, l’esasperato vitalismo, l’incontro con il diavolo…) precipitando Ivan Karamazov nel suo personale “sottosuolo” dal quale egli compone delle allucinate eppure lucidissime memorie, quarant’anni dopo le vicende del romanzo di Dostoevskij.